Milano 26/5/24
Cara Valeria,
Sarò franco come sempre e con una visione solo analitica e razionale, con la specifica intenzione di non assumere alcun ruolo dirigenziale.
Ti avevo mandato una email dove esprimevo la mia contentezza per il tuo nuovo ruolo di Presidente di AGITE, vedevo la creatura di un gruppo di volontari/e nella condizione di potersi riprendere dopo l’ultima presidenza, così autoreferenziale e la perdita di tutto il lavoro fatto precedentemente, a partire dal 2007.
Punti di sconforto:
La Presidente promuove e sollecita progetti specifici
La Presidente trova i fondi e contratta attività, progetti e finanziamenti con la casa madre
La Presidente garantisce direttivi in presenza e i fondi necessari all’attività operativa del direttivo
La Presidente promuove operazioni di consenso sugli argomenti specifici territoriali
La Presidente trova una mediazione con AOGOI per un lavoro comune sul coordinamento territorio-ospedale
I progetti, i fondi, l’assicurazione, i servizi, i documenti di consenso, il sito, gli studi scientifici, i corsi itineranti necessitano di gruppi di lavoro allargati, che possano coinvolgere il maggior numero di operatori, quelli che nell’arco dei primi 3 anni si trovarono a iscriversi in 350 colleghi, di cui la maggior parte operativi e che adesso si pretende di aumentare solo con i congressi regionali e senza veri congressi nazionali.Te lo avevamo comunicato ma non hai dato alcuna risposta. Quindi:
Capisco che la dipartita autoreferenziale e presidenziale (SIGO) di Viglino lasciava il vuoto operativo precedente e che il compito del nuovo direttivo sarebbe stato molto impegnativo, ma l’assunzione di un ruolo e una responsabilità del genere non può essere solo l’invio dall’alto di una brava collega di provenienza ospedaliera, ma diventare il primo motore nel procurarsi gli strumenti per rendere operativo tutto il direttivo, unica vera forza di lavoro iniziale.
AGITE alla fondazione aveva avuto la forza di sviluppare una grossa mole di lavoro comune a partire dal direttivo, per allargarsi successivamente tramite i segretari regionali ai colleghi sul territorio, mentre attualmente sono impegnati a organizzare congressi regionali, poco funzionali a rendere da soli appetibile l’iscrizione ad AGITE.
Capisco che la assunzione dei numerosi ruoli nell’ambito di tutta la ginecologia Italiana sia un evento particolarmente impegnativo, ma tu sei Presidente solo di AGITE e quindi è la tua responsabilità principale e incontra le normali difficoltà che AGITE ha sempre avuto, dovendo trovare un’adeguata collaborazione con AOGOI, che nel tuo caso dovrebbe risultare particolarmente affidabile.
Non capisco invece alcuni punti che vorrei elencare:
Adesso, una mia comunicazione delle nuove relazioni territorio -ospedale in Lombardia: i consultori erano gestiti dall’ASL a livello cittadino e i ginecologi territoriali avevano un’unica direzione territori per tutte le specialità, la più grande azienda territoriale d’Italia.
In entrambe le realtà sia i ginecologi dei consultori che gli specialisti territoriali proponevano e ottenevano una formazione comune e gestire in autonomia la relazione con i reparti ospedalieri a seconda delle loro ricettività. Adesso i consultori sono stati divisi in 4 aziende diverse e così gli specialisti ambulatoriali. La formazione aziendale propone tematiche ospedaliere, nei consultori le ore di visite consultoriali vengono sostituite in gran parte con ecografie occupando gli spazi già integralmente occupati precedentemente da attività consultoriali. Le infermiere consultoriali esperte nel counseling vengono sostituite progressivamente da ostetriche che svolgono attività ostetrica legittima ma chiuse come in nuovi ambulatori specialistici e senza un confronto costante su counseling. Progressivamente, invece di ampliare la disponibilità di ecografie negli ambulatori specialistici, in stretta vicinanza e collaborazione con i consultori, si portano ecografie nei consultori senza affrontare neanche la questione dell’appropriatezza.
I ginecologi e ginecologhe consultoriali sono adesso sotto la direzione ospedaliera dipendendo non da approcci condivisi tra le associazioni nazionali, ma sotto la discrezionalità e disponibilità al confronto dei primari e delle direzioni territoriali, spesso con scarse competenze nel campo della prevenzione per la salute sessuale e riproduttiva o inerenti l’empowerment femminile che accede ai consultori.
Cara Valeria,
Sarò franco come sempre e con una visione solo analitica e razionale, con la specifica intenzione di non assumere alcun ruolo dirigenziale.
Ti avevo mandato una email dove esprimevo la mia contentezza per il tuo nuovo ruolo di Presidente di AGITE, vedevo la creatura di un gruppo di volontari/e nella condizione di potersi riprendere dopo l’ultima presidenza, così autoreferenziale e la perdita di tutto il lavoro fatto precedentemente, a partire dal 2007.
Punti di sconforto:
La Presidente promuove e sollecita progetti specifici
La Presidente trova i fondi e contratta attività, progetti e finanziamenti con la casa madre
La Presidente garantisce direttivi in presenza e i fondi necessari all’attività operativa del direttivo
La Presidente promuove operazioni di consenso sugli argomenti specifici territoriali
La Presidente trova una mediazione con AOGOI per un lavoro comune sul coordinamento territorio-ospedale
I progetti, i fondi, l’assicurazione, i servizi, i documenti di consenso, il sito, gli studi scientifici, i corsi itineranti necessitano di gruppi di lavoro allargati, che possano coinvolgere il maggior numero di operatori, quelli che nell’arco dei primi 3 anni si trovarono a iscriversi in 350 colleghi, di cui la maggior parte operativi e che adesso si pretende di aumentare solo con i congressi regionali e senza veri congressi nazionali.Te lo avevamo comunicato ma non hai dato alcuna risposta. Quindi:
Capisco che la dipartita autoreferenziale e presidenziale (SIGO) di Viglino lasciava il vuoto operativo precedente e che il compito del nuovo direttivo sarebbe stato molto impegnativo, ma l’assunzione di un ruolo e una responsabilità del genere non può essere solo l’invio dall’alto di una brava collega di provenienza ospedaliera, ma diventare il primo motore nel procurarsi gli strumenti per rendere operativo tutto il direttivo, unica vera forza di lavoro iniziale.
AGITE alla fondazione aveva avuto la forza di sviluppare una grossa mole di lavoro comune a partire dal direttivo, per allargarsi successivamente tramite i segretari regionali ai colleghi sul territorio, mentre attualmente sono impegnati a organizzare congressi regionali, poco funzionali a rendere da soli appetibile l’iscrizione ad AGITE.
Capisco che la assunzione dei numerosi ruoli nell’ambito di tutta la ginecologia Italiana sia un evento particolarmente impegnativo, ma tu sei Presidente solo di AGITE e quindi è la tua responsabilità principale e incontra le normali difficoltà che AGITE ha sempre avuto, dovendo trovare un’adeguata collaborazione con AOGOI, che nel tuo caso dovrebbe risultare particolarmente affidabile.
Non capisco invece alcuni punti che vorrei elencare:
- Chi doveva trovare i soldi per rendere operativo il direttivo?
- A cosa servono direttivi di 90 minuti senza interventi significativi dove tutto è già deciso?
- Come pensi di fare lavorare i gruppi di lavoro, visto che non ho sentito un tuo pensiero sul motore di AGITE?
- Ho fatto un sito gratuito che è diventato operativo con numerosi documenti procurato dai vari colleghi del direttivo in pochi giorni; hai portato AGITE a scegliere un sito più “istituzionale” senza fare critiche che ti avevo sollecitato; il sito è rimasto uguale
- Questo era il congresso SIGO che gestiva la presidente AGITE; ci si aspettava una discussione in direttivo sulle principali item di interesse territoriale con magari una sessione su ospedale e territorio, ci siamo accorti che AOGOI e AGUi ne discutevano già da tempo
- Dovevamo avere un incontro con il broker assicurativo entro 2-3 settimane: non solo si è bloccato tutto ma non ne hai fatto né telefonata né menzione
- Il gruppo di lavoro PNRR attendeva un tuo primo documento, in quei momenti i “grandi” concludevano la definizione del PNRR anche sulle nostre questioni (fai l’IVG), senza che noi mettessimo becco e senza disturbare i manovratori; un tuo documento “carino per i consultori” che avranno letto qualche centinaio di persone trova una nuova legislazione con i centri di aiuto alla vita dento i consultori (come siamo potenti e rispettati)
- Senza una strategia per le nuove iscrizioni AGITE a breve non varrà niente con risultati possibilmente imbarazzanti
- In preparazione dell’ultimo direttivo a Roma Daniela Anzelmo e io avevamo preparato un lavoro a te inviato con buon anticipo e non solo non l’hai letto ma non hai tenuto conto successivamente, né hai dato alcuna risposta
- Nessuna risposta neanche sulle tematiche social (per es. video di componenti del direttivo per counselg di interesse consultoriale, ecc.)
- Non hai dato alcun parere sull’eventuale importanza di bollettini autonomi di AGITE
- Troppi progetti sono attuali in ambito territoriale a partire dal dolore di genere femminile, dal dolore mestruale al dolore sessuale, all’attenzione al dolore sessuale nelle donne con presenti K mammari, alla vulvodinia, quindi ampiamente finanziabili; ho conosciuto le problematiche connesse alle sponsorizzazioni, nel 2010 ci eravamo finanziati con una ricerca epidemiologica sul territorio nazionale ricevendo € 30.000, grazie a una mia richiesta e successivamente collaborazione con il Presidente della SIGO, che noi abbiamo nel nostro direttivo e che in gran parte conosce la nostra storia
- AGITE non funziona se ha un boss, ma se ha una leader, prima fra pari (come da , che sostenga con il suo impegno e stimolo l’associazione e soprattutto non venda le specificità della nostra professionalità a un approccio ospedalocentrico per mancanza di aggiornamento della visione primordiale
Adesso, una mia comunicazione delle nuove relazioni territorio -ospedale in Lombardia: i consultori erano gestiti dall’ASL a livello cittadino e i ginecologi territoriali avevano un’unica direzione territori per tutte le specialità, la più grande azienda territoriale d’Italia.
In entrambe le realtà sia i ginecologi dei consultori che gli specialisti territoriali proponevano e ottenevano una formazione comune e gestire in autonomia la relazione con i reparti ospedalieri a seconda delle loro ricettività. Adesso i consultori sono stati divisi in 4 aziende diverse e così gli specialisti ambulatoriali. La formazione aziendale propone tematiche ospedaliere, nei consultori le ore di visite consultoriali vengono sostituite in gran parte con ecografie occupando gli spazi già integralmente occupati precedentemente da attività consultoriali. Le infermiere consultoriali esperte nel counseling vengono sostituite progressivamente da ostetriche che svolgono attività ostetrica legittima ma chiuse come in nuovi ambulatori specialistici e senza un confronto costante su counseling. Progressivamente, invece di ampliare la disponibilità di ecografie negli ambulatori specialistici, in stretta vicinanza e collaborazione con i consultori, si portano ecografie nei consultori senza affrontare neanche la questione dell’appropriatezza.
I ginecologi e ginecologhe consultoriali sono adesso sotto la direzione ospedaliera dipendendo non da approcci condivisi tra le associazioni nazionali, ma sotto la discrezionalità e disponibilità al confronto dei primari e delle direzioni territoriali, spesso con scarse competenze nel campo della prevenzione per la salute sessuale e riproduttiva o inerenti l’empowerment femminile che accede ai consultori.