1. Gravidanza.
Il consultorio può aumentare di molto la propria ricettività per le visite, consulenze, corsi nelle gravidanze a basso rischio.
In consultorio sono spesso le aziende a indirizzare le gravidanze a basso rischio (se ginecologo, ostetrica, entrambi), spesso sulla base di consuetudini, mentre la scelta dell’operatore andrebbe eventualmente lasciata alla donna. L’azienda dovrebbe proporre un percorso misto da lasciare all’organizzazione interna a seconda dei carichi di lavoro.
La gestione della gravidanza a basso rischio richiede una formazione aziendale comune di ostetrica e ginecologo, stessa modalità di counseling, medesimo livello di medicalizzazione. Il percorso proposto deve contemplare un coordinamento tra la figura ginecologica e ostetrica, con obiettivi comuni. La paziente può aderire alla proposta, scegliere una singola figura professionale, trovando gli operatori un loro coordinamento o invio interno. Chi sceglie il consultorio familiare per la gestione della gravidanza a basso rischio deve poter ricevere tutte le prescrizioni necessarie alla prima visita per garantire la corretta tempistica e la possibilità di accedere alla sanità pubblica.
In questo caso le strutture pubbliche devono garantire le prestazioni strumentali prescritte dai Lea o le richieste di valutazioni di secondo livello inviate dal territorio. Il basso rischio ostetrico va gestito sul territorio, gli ambulatori di primo livello ospedaliero vanno chiusi, aumentando le prestazioni di secondo livello, diminuendo le attese a tali accessi e fornendo spazi specifici per gli utenti segnalati da strutture pubbliche coordinate come possono essere i consultori.
Alla semplice presentazione di una richiesta di visita ostetrica in consultorio va data una risposta immediata in termini di consulenza breve (standardizzata), preliminare a un test di gravidanza immediato se ritenuto utile. Lì si comunicano i percorsi consultoriali possibili, con il consultorio in grado di coordinare l’accesso alle diverse figure professionali. Tutte le figure socio-sanitarie parteciperanno ai corsi specifici per l’utenza.
– 2. IVG
A tutte le donne in età fertile con ritardo mestruale il consultorio fornisce consulenza immediata ed eventuale esecuzione di un test di gravidanza e in caso di test positivo una visita entro 3 giorni dalla richiesta. La presa in carico e l’empatia manifestata devono garantire un elevato tasso di visite di controllo, l’offerta contraccettiva secondo le preferenze delle donne. Vanno misurate il metodo contraccettivo che ha fallito, quale atteggiamento nei confronti della contraccezione d’emergenza, le percentuali di visite di controllo post-IVG, la scelta contraccettiva e i tassi di continuazione, le cause dei drop out, la gestione degli effetti collaterali. In occasione del primo counseling vanno offerte consulenze psico-sociali ad adesione volontaria e non come percorso punitivo obbligatorio per chi sceglie di interrompere la gravidanza.
– 3. La contraccezione e il preconcezionale: il family planning
Di tutte le donne donne in età fertile viene registrata la scelta contraccettiva, le prospettive riproduttive, lo stato vaccinale. Va valutata la necessità di di indagini o di una consulenza preconcezionale o una consulenza contraccettiva individualizzata. Sia il primo che il secondo counseling sono sotto utilizzati. Lo stato vaccinale per rosolia in Italia è ancora basso particolarmente nella popolazione migrante. L’assunzione preconcezionale di acido folico avviene nel 20% delle gravidanze. La contraccezione in Italia è sotto utilizzata e molte gravidanze benché accettate non erano state previste.
Deve aumentare l’adesione alle visite preconcezionali e l’assunzione preconcezionale di acido folico.
Vanno estese le competenze nella consulenza contraccettiva che devono indirizzarsi verso le preferenze delle donne. Vanno misurati molti dati funzionali alla valutazione della qualità delle consulenze contraccettive, alle conoscenze contraccettive delle donne prima del consultorio e dopo consulenza individualizzata, gli effetti collaterali, la loro gestione, le cause di abbandono contraccettivo, le motivazioni che non hanno portato alla scelta di metodi alternativi, il tasso di continuazione.
– 4. Il dolore mestruale, endometriosi e sterilità, come elementi di vigilanza e di cura
Il dolore mestruale è un sintomo spesso sottovalutato, ritenuto normale, mentre corrisponde ad un quadro infiammatorio recidivante, periodico, prodromico di varie manifestazioni cliniche collegate all’ipertono pelvico. Inoltre può essere sintomo di una patologia, l’endometriosi, in cui è auspicabile un utilizzo di contraccezione ormonale che ha la capacità di controllare l’estensione della malattia. Necessita la conoscenza epidemiologica del quadro algico corrispondente alle mestruazioni e delle donne sotto trattamento. Ricordo che dopo trattamenti chirurgici per endometriosi è indicato il trattamento ormonale contraccettivi come efficace prevenzione delle recidive.
– 5. Le disfunzioni del pavimento pelvico, dal vaginismo all’incontinenza urinaria
L’individuazione delle caratteristiche del pavimento pelvico (forza, resistenza, tono muscolare) sono elementi semeiotici fondamentali per comprendere la patologia possibilmente connessa alle disfunzioni pelviche, essenzialmente: il dolore sessuale e il vaginismo, le infezioni recidivanti uro-genitali, urgenza minzionale e incontinenza urinaria. E permettono l’invio a terapie riabilitative, dalla ginnastica posturale, alla manipolazione muscolare, a esercizi specifici.
Come Agite trattiamo la semeiotica muscolare pelvica come elemento essenziale di aggiornamento del ginecologo consultoriale che frequentemente incontra casi che richiedono tale valutazione.
Valutare la correlazione tra dolore mestruale, lo sviluppo di disfunzioni pelviche valutabili semeioticamente, lo sviluppo di sintomatologia specifica.
Valutare le condizioni del pavimento pelvico correlate alla continenza urinaria (e fecale) ne permette il trattamento riabilitativo, molto più efficace nelle fasi iniziali, più lievi.
Misurare i casi individuati come recidivanti cronici.
Misurare i casi di ipertono pelvico correlati alla patologia infettiva urogenitale recidivante
Misurare l’efficacia dei trattamenti riabilitativi nel controllo della patologia recidivante.
– 6. Le infezioni del basso tratto uro-genitale, la prevenzione e cura delle MTS e sterilità
La gestione di tutte le infezioni del basso tratto urinario e la prevenzione e cura delle infezioni genitali e delle malattie a trasmissione sessuale, richiedono la possibilità di effettuare prelievi per prevenzione della sterilità e la necessità di tempi rapidi per la risoluzione della sintomatologia. Le infezioni recidivanti urinarie vanno individuate e prese in considerazione delle possibili problematiche del pavimento pelvico e della necessità di una valutazione semeiotica.
La possibilità di valutare le condizioni a rischio richiedono un atteggiamento non colpevolizzante ed empatico, vigilanza attenta, progetti ad hoc. Anche questa è parte della formazione specifica consultoriale
Da un punto di vista epidemiologico la valutazione di anamnesi sessuale e comportamenti a rischio, della prevalenza di chlamydia e HPV, sarebbe molto utile per individuare le condizioni di rischio per la fertilità in un gruppo selezionato delle popolazione per poter mirare al meglio i progetti di salute lreventivi.
– 7. La prevenzione oncologica , la vigilanza vaccinale, compreso l’HPV
I servizi vaccinali e consultoriali hanno necessità di vicinanza e possibilità di collaborare, dalle vaccinazioni HPV alle vaccinazioni per la gravidanza.
La prevenzione oncologica con prelievo triennale fino ai 30-35 anni e il prelievo per HPV ogni 5 anni
– 8. La sindrome genito-urinaria della menopausa
– 9. La terapia medica dei sanguinamenti uterini e la prevenzione dell’isterectomia
– 10. il climaterio, i fattori di rischio per la sindrome metabolica, l’osteoporosi, l’atrofia urogenitale
– 11. l’emersione della violenza casalinga e degli abusi sessuali
– 12. Screening consultoriali funzionali all’emersione dei problemi
Vi sono situazioni di indagine ricorrenti che possono permettere di dedicare del tempo alla rilevazione di sintomi, nascosti, sottovalutati, sottaciuti. Sono gli eventi collegati alla gravidanza, lo screening per la prevenzione del collo uterino, progetti per gli adolescenti.
La consulenza preconcezionale va fornita in forma breve a tutte le donne in età fertile alla prima visita o al primo controllo, per aumentare le visite preconcezionali e l’assunzione preconcezionale di acido folico.
Indicatori da valutare la % di donne che dopo tale consulenza hanno assunto acido folico preconcezionale, % di donne gravide seguite dal consultorio che hanno eseguito una consulenza preconcezionale e che hanno assunto acido folico.
Le donne dovrebbero essere consapevoli che la consulenza per la prima visita ostetrica può essere un servizio per le donne che si fanno seguire la gravidanza da qualsiasi professionista.
Lo screening per la prevenzione oncologica del collo uterino tramite prelievo si effettua in circa 10 minuti. Progettando sedute dedicate a tali prelievi altri 10 minuti possono essere dedicati ad indagini sulla base di progetti specifici
Il consultorio può aumentare di molto la propria ricettività per le visite, consulenze, corsi nelle gravidanze a basso rischio.
In consultorio sono spesso le aziende a indirizzare le gravidanze a basso rischio (se ginecologo, ostetrica, entrambi), spesso sulla base di consuetudini, mentre la scelta dell’operatore andrebbe eventualmente lasciata alla donna. L’azienda dovrebbe proporre un percorso misto da lasciare all’organizzazione interna a seconda dei carichi di lavoro.
La gestione della gravidanza a basso rischio richiede una formazione aziendale comune di ostetrica e ginecologo, stessa modalità di counseling, medesimo livello di medicalizzazione. Il percorso proposto deve contemplare un coordinamento tra la figura ginecologica e ostetrica, con obiettivi comuni. La paziente può aderire alla proposta, scegliere una singola figura professionale, trovando gli operatori un loro coordinamento o invio interno. Chi sceglie il consultorio familiare per la gestione della gravidanza a basso rischio deve poter ricevere tutte le prescrizioni necessarie alla prima visita per garantire la corretta tempistica e la possibilità di accedere alla sanità pubblica.
In questo caso le strutture pubbliche devono garantire le prestazioni strumentali prescritte dai Lea o le richieste di valutazioni di secondo livello inviate dal territorio. Il basso rischio ostetrico va gestito sul territorio, gli ambulatori di primo livello ospedaliero vanno chiusi, aumentando le prestazioni di secondo livello, diminuendo le attese a tali accessi e fornendo spazi specifici per gli utenti segnalati da strutture pubbliche coordinate come possono essere i consultori.
Alla semplice presentazione di una richiesta di visita ostetrica in consultorio va data una risposta immediata in termini di consulenza breve (standardizzata), preliminare a un test di gravidanza immediato se ritenuto utile. Lì si comunicano i percorsi consultoriali possibili, con il consultorio in grado di coordinare l’accesso alle diverse figure professionali. Tutte le figure socio-sanitarie parteciperanno ai corsi specifici per l’utenza.
– 2. IVG
A tutte le donne in età fertile con ritardo mestruale il consultorio fornisce consulenza immediata ed eventuale esecuzione di un test di gravidanza e in caso di test positivo una visita entro 3 giorni dalla richiesta. La presa in carico e l’empatia manifestata devono garantire un elevato tasso di visite di controllo, l’offerta contraccettiva secondo le preferenze delle donne. Vanno misurate il metodo contraccettivo che ha fallito, quale atteggiamento nei confronti della contraccezione d’emergenza, le percentuali di visite di controllo post-IVG, la scelta contraccettiva e i tassi di continuazione, le cause dei drop out, la gestione degli effetti collaterali. In occasione del primo counseling vanno offerte consulenze psico-sociali ad adesione volontaria e non come percorso punitivo obbligatorio per chi sceglie di interrompere la gravidanza.
– 3. La contraccezione e il preconcezionale: il family planning
Di tutte le donne donne in età fertile viene registrata la scelta contraccettiva, le prospettive riproduttive, lo stato vaccinale. Va valutata la necessità di di indagini o di una consulenza preconcezionale o una consulenza contraccettiva individualizzata. Sia il primo che il secondo counseling sono sotto utilizzati. Lo stato vaccinale per rosolia in Italia è ancora basso particolarmente nella popolazione migrante. L’assunzione preconcezionale di acido folico avviene nel 20% delle gravidanze. La contraccezione in Italia è sotto utilizzata e molte gravidanze benché accettate non erano state previste.
Deve aumentare l’adesione alle visite preconcezionali e l’assunzione preconcezionale di acido folico.
Vanno estese le competenze nella consulenza contraccettiva che devono indirizzarsi verso le preferenze delle donne. Vanno misurati molti dati funzionali alla valutazione della qualità delle consulenze contraccettive, alle conoscenze contraccettive delle donne prima del consultorio e dopo consulenza individualizzata, gli effetti collaterali, la loro gestione, le cause di abbandono contraccettivo, le motivazioni che non hanno portato alla scelta di metodi alternativi, il tasso di continuazione.
– 4. Il dolore mestruale, endometriosi e sterilità, come elementi di vigilanza e di cura
Il dolore mestruale è un sintomo spesso sottovalutato, ritenuto normale, mentre corrisponde ad un quadro infiammatorio recidivante, periodico, prodromico di varie manifestazioni cliniche collegate all’ipertono pelvico. Inoltre può essere sintomo di una patologia, l’endometriosi, in cui è auspicabile un utilizzo di contraccezione ormonale che ha la capacità di controllare l’estensione della malattia. Necessita la conoscenza epidemiologica del quadro algico corrispondente alle mestruazioni e delle donne sotto trattamento. Ricordo che dopo trattamenti chirurgici per endometriosi è indicato il trattamento ormonale contraccettivi come efficace prevenzione delle recidive.
– 5. Le disfunzioni del pavimento pelvico, dal vaginismo all’incontinenza urinaria
L’individuazione delle caratteristiche del pavimento pelvico (forza, resistenza, tono muscolare) sono elementi semeiotici fondamentali per comprendere la patologia possibilmente connessa alle disfunzioni pelviche, essenzialmente: il dolore sessuale e il vaginismo, le infezioni recidivanti uro-genitali, urgenza minzionale e incontinenza urinaria. E permettono l’invio a terapie riabilitative, dalla ginnastica posturale, alla manipolazione muscolare, a esercizi specifici.
Come Agite trattiamo la semeiotica muscolare pelvica come elemento essenziale di aggiornamento del ginecologo consultoriale che frequentemente incontra casi che richiedono tale valutazione.
Valutare la correlazione tra dolore mestruale, lo sviluppo di disfunzioni pelviche valutabili semeioticamente, lo sviluppo di sintomatologia specifica.
Valutare le condizioni del pavimento pelvico correlate alla continenza urinaria (e fecale) ne permette il trattamento riabilitativo, molto più efficace nelle fasi iniziali, più lievi.
Misurare i casi individuati come recidivanti cronici.
Misurare i casi di ipertono pelvico correlati alla patologia infettiva urogenitale recidivante
Misurare l’efficacia dei trattamenti riabilitativi nel controllo della patologia recidivante.
– 6. Le infezioni del basso tratto uro-genitale, la prevenzione e cura delle MTS e sterilità
La gestione di tutte le infezioni del basso tratto urinario e la prevenzione e cura delle infezioni genitali e delle malattie a trasmissione sessuale, richiedono la possibilità di effettuare prelievi per prevenzione della sterilità e la necessità di tempi rapidi per la risoluzione della sintomatologia. Le infezioni recidivanti urinarie vanno individuate e prese in considerazione delle possibili problematiche del pavimento pelvico e della necessità di una valutazione semeiotica.
La possibilità di valutare le condizioni a rischio richiedono un atteggiamento non colpevolizzante ed empatico, vigilanza attenta, progetti ad hoc. Anche questa è parte della formazione specifica consultoriale
Da un punto di vista epidemiologico la valutazione di anamnesi sessuale e comportamenti a rischio, della prevalenza di chlamydia e HPV, sarebbe molto utile per individuare le condizioni di rischio per la fertilità in un gruppo selezionato delle popolazione per poter mirare al meglio i progetti di salute lreventivi.
– 7. La prevenzione oncologica , la vigilanza vaccinale, compreso l’HPV
I servizi vaccinali e consultoriali hanno necessità di vicinanza e possibilità di collaborare, dalle vaccinazioni HPV alle vaccinazioni per la gravidanza.
La prevenzione oncologica con prelievo triennale fino ai 30-35 anni e il prelievo per HPV ogni 5 anni
– 8. La sindrome genito-urinaria della menopausa
– 9. La terapia medica dei sanguinamenti uterini e la prevenzione dell’isterectomia
– 10. il climaterio, i fattori di rischio per la sindrome metabolica, l’osteoporosi, l’atrofia urogenitale
– 11. l’emersione della violenza casalinga e degli abusi sessuali
– 12. Screening consultoriali funzionali all’emersione dei problemi
Vi sono situazioni di indagine ricorrenti che possono permettere di dedicare del tempo alla rilevazione di sintomi, nascosti, sottovalutati, sottaciuti. Sono gli eventi collegati alla gravidanza, lo screening per la prevenzione del collo uterino, progetti per gli adolescenti.
La consulenza preconcezionale va fornita in forma breve a tutte le donne in età fertile alla prima visita o al primo controllo, per aumentare le visite preconcezionali e l’assunzione preconcezionale di acido folico.
Indicatori da valutare la % di donne che dopo tale consulenza hanno assunto acido folico preconcezionale, % di donne gravide seguite dal consultorio che hanno eseguito una consulenza preconcezionale e che hanno assunto acido folico.
Le donne dovrebbero essere consapevoli che la consulenza per la prima visita ostetrica può essere un servizio per le donne che si fanno seguire la gravidanza da qualsiasi professionista.
Lo screening per la prevenzione oncologica del collo uterino tramite prelievo si effettua in circa 10 minuti. Progettando sedute dedicate a tali prelievi altri 10 minuti possono essere dedicati ad indagini sulla base di progetti specifici